SOTTOSCRIZIONE A SOSTEGNO
DELLA POPOLAZIONE UCRAINA
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Anche l’ Associazione Nazionale Alpini ha avviato una raccolta fondi a sostegno della popolazione ucraina coinvolta nella Guerra.
Il sostegno che si vuole dare è esclusivamente umanitario e si rivolge a supportare iniziative di ospitalità che saranno organizzate nel nostro Paese a favore dei profughi.
L'Ana opererà solo in diretto coordinamento con il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile e le Amministrazioni Regionali.
Qualsiasi iniziativa delle Sezioni in tal senso dovrà essere concordata con gli Enti Locali e comunicata alla Sede Nazionale.
Le offerte devono essere effettuate sul conto intestato a:
Fondazione A.N.A. Onlus (Via Marsala 9, 20121 MILANO)
presso Banca Intesa San Paolo - Agenzia 55000 Milano
IBAN: IT94 G030 6909 4231 0000 0001 732
BIC: BCITITMM
Causale: "Sostegno umanitario alla popolazione ucraina"
Circolare 92/2022 del 4 marzo 2022 della Sede Nazionale
1872 – 2022150 Anni di fondazione delCORPO degli ALPINI |
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Gen. Ignazio Gamba | Pres. ANA Sebastiano Favero |
Alpini, breve storia del corpo militare |
26 Gennaio 1943
79º Anniversario Battaglia di Nikolajewka
Sezione di Brescia
29 gennaio 2022
Ridotta, ma sentita e significativa, la partecipazione alla cerimonia commemorativa per il 79esimo anniversario della battaglia di Nikolajewka.
Cerimonia che si è tenuta a Mompiano nel piazzale antistante l'ingresso della Residenza Sanitaria per Disabili Nikolajewka (ex Scuola mestieri per disabili) voluta, costruita e mantenuta dagli alpini, nella quale vengono attualmente assistiti 124 disabili gravi e gravissimi.
Nel ricordare i Caduti il past president dell'Ana Brescia Davide Forlani ha citato alcuni passi de «Il sergente nella neve» di Mario Rigoni Stern, ed ha ribadito con forza, sostenuto soprattutto dal presidente dell'Associazione Nazionale Alpini, Sebastiano Favero, il costante e caparbio impegno degli alpini nel campo della solidarietà, indispensabile oggi più che mai nella società italiana.
Erano inoltre presenti importanti autorità civili quali , il Prefetto Maria Rosa Laganà, l'assessore comunale Valter Muchetti, il presidente della Provincia Samuele Alghisi, oltre a quelle militari, in primis il generale Marcello Orsi, comandante del Centro addestramento alpino di Aosta.
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225° Anniversario del Tricolore
Il tricolore italiano quale bandiera nazionale nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta "che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti".
Ma perché proprio questi tre colori?
Nell'Italia del 1796, attraversata dalle vittoriose armate napoleoniche, le numerose repubbliche di ispirazione giacobina che avevano soppiantato gli antichi Stati assoluti adottarono quasi tutte, con varianti di colore, bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni, chiaramente ispirate al modello francese del 1790.
E anche i reparti militari "italiani", costituiti all'epoca per affiancare l'esercito di Bonaparte, ebbero stendardi che riproponevano la medesima foggia. In particolare, i vessilli reggimentali della Legione Lombarda presentavano, appunto, i colori bianco, rosso e verde, fortemente radicati nel patrimonio collettivo di quella regione:: il bianco e il rosso, infatti, comparivano nell'antichissimo stemma comunale di Milano (croce rossa su campo bianco), mentre verdi erano, fin dal 1782, le uniformi della Guardia civica milanese. Gli stessi colori, poi, furono adottati anche negli stendardi della Legione Italiana, che raccoglieva i soldati delle terre dell'Emilia e della Romagna, e fu probabilmente questo il motivo che spinse la Repubblica Cispadana a confermarli nella propria bandiera. Al centro della fascia bianca, lo stemma della Repubblica, un turcasso contenente quattro frecce, circondato da un serto di alloro e ornato da un trofeo di armi.
L'epoca napoleonica
La prima campagna d'Italia, che Napoleone conduce tra il 1796 e il 1799, sgretola l'antico sistema di Stati in cui era divisa la penisola. Al loro posto sorgono numerose repubbliche giacobine, di chiara impronta democratica: la Repubblica Ligure, la Repubblica Romana, la Repubblica Partenopea, la Repubblica Anconitana.
La maggior parte non sopravvisse alla controffensiva austro-russa del 1799, altre confluirono, dopo la seconda campagna d'Italia, nel Regno Italico, che sarebbe durato fino al 1814. Tuttavia, esse rappresentano la prima espressione di quegli ideali di indipendenza che alimentarono il nostro Risorgimento. E fu proprio in quegli anni che la bandiera venne avvertita non più come segno dinastico o militare, ma come simbolo del popolo, delle libertà conquistate e, dunque, della nazione stessa.
Il Risorgimento
Nei tre decenni che seguirono il Congresso di Vienna, il vessillo tricolore fu soffocato dalla Restaurazione, ma continuò ad essere innalzato, quale emblema di libertà, nei moti del 1831, nelle rivolte mazziniane, nella disperata impresa dei fratelli Bandiera, nelle sollevazioni negli Stati della Chiesa.
Dovunque in Italia, il bianco, il rosso e il verde esprimono una comune speranza, che accende gli entusiasmi e ispira i poeti: "Raccolgaci un'unica bandiera, una speme", scrive, nel 1847, Goffredo Mameli nel suo Canto degli Italiani.
E quando si dischiuse la stagione del '48 e della concessione delle Costituzioni, quella bandiera divenne il simbolo di una riscossa ormai nazionale, da Milano a Venezia, da Roma a Palermo. Il 23 marzo 1848 Carlo Alberto rivolge alle popolazioni del Lombardo Veneto il famoso proclama che annuncia la prima guerra d'indipendenza e che termina con queste parole:"(…) per viemmeglio dimostrare con segni esteriori il sentimento dell'unione italiana vogliamo che le Nostre Truppe(…) portino lo Scudo di Savoia sovrapposto alla Bandiera tricolore italiana."
Allo stemma dinastico fu aggiunta una bordatura di azzurro, per evitare che la croce e il campo dello scudo si confondessero con il bianco e il rosso delle bande del vessillo.
Dall'unità ai nostri giorni
Il 17 marzo 1861 venne proclamato il Regno d'Italia e la sua bandiera continuò ad essere, per consuetudine, quella della prima guerra d'indipendenza. Ma la mancanza di una apposita legge al riguardo - emanata soltanto per gli stendardi militari - portò alla realizzazione di vessilli di foggia diversa dall'originaria, spesso addirittura arbitrarie.
Soltanto nel 1925 si definirono, per legge, i modelli della bandiera nazionale e della bandiera di Stato. Quest'ultima (da usarsi nelle residenze dei sovrani, nelle sedi parlamentari, negli uffici e nelle rappresentanze diplomatiche) avrebbe aggiunto allo stemma la corona reale.
Dopo la nascita della Repubblica, un decreto legislativo presidenziale del 19 giugno 1946 stabilì la foggia provvisoria della nuova bandiera, confermata dall'Assemblea Costituente nella seduta del 24 marzo 1947 e inserita all'articolo 12 della nostra Carta Costituzionale. E perfino dall'arido linguaggio del verbale possiamo cogliere tutta l'emozione di quel momento. PRESIDENTE [Ruini] - Pongo ai voti la nuova formula proposta dalla Commissione: "La bandiera della repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a bande verticali e di eguali dimensioni". (E' approvata. L'Assemblea e il pubblico delle tribune si levano in piedi. Vivissimi, generali, prolungati applausi.)
Estratto dal sito della
In allegato ci pregiamo di presentare due pubblicazioni che riguardano la nostra Bandiera editi rispettivamente
dal Sento della Republica e Dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
5° Campionato A.n.a. di Mountain Bike
Maggiora (NO) 23-24 aprile 2022
CLICK sull'immagine per il volantino
100° ANNIVERSARIO DEL MILITE IGNOTO
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Dopo la 1ª Guerra Mondiale, le Nazioni che vi avevano partecipato vollero onorare i sacrifici e gli eroismi delle collettività nella salma di un anonimo combattente caduto con le armi in pugno. L'idea di onorare una salma sconosciuta risale in Italia al 1920 e fu propugnata dal Generale Giulio Douhet.
Giulio Douhet
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I NOSTRI REDUCI SI RACCONTANO
Mercoledì 5 maggio 2021 nella Sede Sezionale il nostro Presidente Sergio Poinelli , coadiuvato dal Vicepresidente Paolo Cabra e dal Consigliere Alberto Augugliaro, ha tenuto una conferenza stampa per presentare la Collana “ I NOSTRI REDUCI SI RACCONTANO “,raccolta di parole ed immagini che raccontano momenti della vita e le esperienze di guerra di alcuni dei reduci della nostra sezione,questo importante lavoro è stato portato avanti qualche anno fa dal nostro vicepresidente sezionale Celestino Massardi, lavoro che risulta ancora più importante se si pensa che ora molti dei protagonisti delle interviste sono ormai “andati avanti”e che quindi queste memorie sarebbero state irrimediabilmente perse.
Non meno importante è stato anche il lavoro del consigliere Augugliaro che si è occupato di trasformare le immagini nel formato adatto per la pubblicazione online.
Successivamente il nostro Presidente di Sezione ha ufficialmente attivato e pubblicato la pagina sul nostro
Trovate le interviste nella sezione " NOI ALPINI " alla voce " I Nostri Reduci "
Articolo su L' Alpino
LA STAMPA LOCALE DICE DI NOI :